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Di cosa parliamo, quando parliamo di Teatro Ragazzi oggi? Un convegno al Festival Segnali di Milano

Aprile 30, 2018 Nessun commento redazione

In occasione del festival Segnali organizzato dal centro di produzione teatrale Elsinor e Teatro del Buratto (Milano, dal 2 al 4 marzo), Planetarium prosegue la serie di incontri/dibattiti attorno al teatro che dialoga con le giovani generazioni già inaugurata a Castelfiorentino, con una discussione prevista per il 2 maggio dalle 17 alle 18.45.

Di cosa parliamo quando parliamo di Teatro Ragazzi oggi?
Incontro su critica e scena/platea delle nuove generazioni. In collaborazione con Festival Segnali e Maggio all’Infanzia.

Presso Teatro Bruno Munari, h 17.00

Nel marzo 2017 ci fu la prima tappa del percorso-progetto Planetarium creatosi grazie alla collaborazione fra i festival e una rete di operatori attivi nella pratica della critica teatrale quali Altre Velocità, Stratagemmi, Tamburo di Kattrin e Teatro e Critica. Il tema di questa collaborazione è l’ampliamento e la qualificazione, oltre al ruolo che storicamente svolge Eolo, dell’osservatorio di analisi critica e di restituzione dell’area creativa e culturale che in Italia si occupa prioritariamente della scena per le Nuove Generazioni.
Assieme al Festival Segnali intendiamo replicare e qualificare l’esperienza attivata nella passata stagione e, oltre al lavoro di cronaca e dibattito che il festival offre, dare spazio al confronto su questi temi.

Partecipano:  Giuditta Mingucci (Elsinor Centro di Produzione, Festival Segnali), Renata Coluccini (Teatro del Buratto, Festival Segnali), Francesco Brusa, Agnese Doria e Rodolfo Sacchettini (Altre Velocità), Maddalena Giovannelli e Francesca Serrazanetti (Stratagemmi – Prospettive Teatrali).
Ospiti invitati: Paolo Mottana* (Filosofia dell’educazione all’Università di Milano Bicocca), Claudio Bernardi** (Storia del teatro e antropologia del teatro all’Università Cattolica), Diletta Colombo*** (Libraia, fondatrice dello Spazio b**k) e Ilaria Rodella**** (educatrice, fondatrice di Ludosofici)


Il documento che segue contiene alcune domande e spunti in vista della giornata di incontro.

Porsi delle domande rispetto al cosiddetto “teatro-ragazzi” significa chiedersi innanzitutto chi sono i referenti di questo peculiare approccio scenico, di quale sguardo e immaginario li riteniamo portatori. Durante lo scorso anno, Altre Velocità assieme alle redazione di Teatro e Critica, Il Tamburo di Kattrin e Stratagemmi – Prospettive Teatrali ha dato vita al progetto “Planetarium”, un osservatorio critico sul teatro e le nuove generazioni. Siamo stati ospiti ai festival di Teatro fra le generazioni (Castelfiorentino), Segnali (Milano) e Maggio all’infanzia (Bari), incrociando anche la programmazione di SEGNI New Generations Festival (Mantova) con una specifica progettualità.
Abbiamo dunque articolato un percorso di scrittura e osservazione che ha provato a rimettere al centro dell’indagine critica il fenomeno del “teatro-ragazzi”, sia nelle sue espressioni concrete di compagnie, festival e rassegne che sentono di appartenere a una tale “etichetta” sia in quanto domanda di senso relativa allo statuto di quell’etichetta. Di cosa parliamo quando parliamo di teatro-ragazzi (o teatro intergenerazionale, tout public)? Riprendendo una domanda già formulata dal Giallo Mare Minimal Teatro in una precedente edizione del festival, ci chiediamo: Il teatro-ragazzi, oggi in Italia, esiste? Vale a dire, ha senso parlarne come un settore distinto dagli altri per la messa in campo di specificità estetiche e, non da ultimo, produttive?

Vorremo provare a dare delle risposte che siano il più possibile collettive e aperte, invitando operatori e artisti ad alcuni momenti di confronto che saranno poi trascritti e resi pubblici. Negli ultimi anni sembrerebbe che il tema sia stato un po’ accantonato dalla critica e dalla produzione saggistica. Ma – ci rendiamo conto – è forse tutta una serie di nodi più generali a essere uscita dal dibattito pubblico, a segnare un’empasse del discorso sulle arti e l’infanzia. Come si è evoluto il “patto” fra le generazioni? Dove e in cosa rinveniamo ancora istanze pedagogiche-educative che si prefiggano uno sviluppo dei giovani e dei giovanissimi, rispettandone l’autonomia di pensiero e creatività? Qual è – dopo un lungo periodo di continue riforme e aggiustamenti, nel tacito assenso generale se non per l’accensione saltuaria di polemiche di breve gittata – l’idea che abbiamo di scuola e di trasmissione di saperi?

Tali istanze sono state e continuano evidentemente a essere portate avanti da numerose realtà sul territorio, che le declinano nei loro campi di attività e afferenza più contigui (teatro, scuola, educazioni, sociale, impresa culturale, etc.). Ma forse mancano momenti di condivisione e riflessione collettivi, in cui provare a trarre dall’eterogeneità delle pratiche e degli sguardi alcuni principi e stimoli di rilancio comuni.
Anche per questo, nella stagione di festival che è alle porte, abbiamo immaginato alcuni incontri a metà fra il pubblico e il seminariale che coinvolgano artisti, operatori, educatori, critici e studiosi. Il primo di questi è da poco tenuto all’interno del festival Teatro fra le generazioni di Castelfiorentino. Proseguiamo un tale percorso al Festival Segnali di Milano: durante la prima giornata della rassegna si terrà infatti un convegno curato insieme alla direzione del festival, il prossimo 2 maggio dalle 17.00 alle 18.45.
Queste righe sono dunque da considerarsi come invito aperto a chi vorrà partecipare mettendo sul tavolo dubbi, riflessioni e questioni a partire dalle pratiche sostenute quotidianamente.

Ci piacerebbe mantenere la discussione molto ampia e inclusiva. Nel corso dell’anno appena passato, abbiamo individuato alcuni nodi di domande che ci sembrano particolarmente urgenti, nel tentativo soprattutto di provare a capire come si pone (o dovrebbe porre) il teatro ragazzi rispetto alle più recenti evoluzioni della narrazione e dell’intrattenimento nonché rispetto alla complessità crescente e che tutti accomuna nel ricevere e interpretare informazioni. Tali domande possono essere usate come traccia per portare un breve intervento o per inviarci un intervento scritto.

  • Esistono temi “difficili” se pensiamo ai giovani e ai giovanissimi?
  • Come andrebbero affrontati a teatro, ma più in generale a livello educativo?
  • Come si dovrebbero comportare il teatro e le arti di fronte alla serialità, a una comunicazione artistica che sembra fare della velocità e dell’intrattenimento “immersivo” le proprie caratteristiche?
  • Esiste un’istanza pedagogica nel teatro ragazzi, è qualcosa che si oppone al didattismo?
  • Più in generale, vorremmo anche provare a capire che cosa qualifica oggi l’immaginario infantile e per l’infanzia, qual è in fin dei conti la nostra idea attuale di infanzia.
  • Che differenza c’è fra l’immaginazione dei bambini e un’immaginazione “adulta”? Che ruolo svolge l’immaginazione (e la fruizione artistica di quest’ultima) nella crescita? L’immaginazione ha, infine, un ruolo educativo?
  • È vero che in qualche misura si è interrotta la trasmissione di saperi fra le generazioni? Se i giovani non “chiedono” più agli adulti il come si fa, come è possibile re-immaginare un rapporto anche conflittuale? Che responsabilità ha il sistema-scuola in tutto questo?
  • Quali relazioni tra teatro-ragazzi e sociale? Quale comunità? Quali modelli estetico, pedagogici ma anche organizzati e di relazione col territorio?
  • Dunque, tornando alla domanda iniziale, il teatro-ragazzi esiste, o meglio, può esistere? Di cosa parliamo quando parliamo di Teatro Ragazzi oggi?

*Paolo Mottana è professore ordinario di filosofia dell’educazione all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Ha insegnato Filosofia immaginale e didattica artistica all’Accademia di Brera e da anni si occupa dei rapporti tra immaginario, filosofia ed educazione. Ha fondato il Gruppo di ricerca immaginale presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Milano Bicocca e presiede l’Associazione Istituto di Ricerche Immaginali e Simboliche (IRIS).

**Claudio Bernardi è professore ordinario di Storia del teatro e Antropologia del teatro presso l’Università Cattolica del sacro Cuore di Milano; ricercatore in Discipline del teatro e dello spettacolo; è coordinatore della sezione teatro del corso di laurea STARS – Scienze e tecnologie delle arti e dello spettacolo. Attualmente all’interno di suddetto corso di laurea insegna Drammaturgia; mentre nella sede di Milano è docente di Drammaturgie performative all’interno del corso di laurea LIMED.

*** Diletta Colombo ha aperto a Milano lo spazio b**k, diventato presto un punto di riferimento per la grande e ottima selezione di albi illustrati e libri legati alle arti, alla cultura visiva e all’artigianato,  E’ esperta di libri per ragazzi e illustrazione https://www.spaziobk.com 

**** Ilaria Rodella ha fondato Ludosofici, una realtà con cui progetta eventi e percorsi didattici utilizzando gli strumenti che ci provengono dal mondo della filosofia e della didattica dell’arte; ha gestito per anni la libreria Corraini121 a Milano https://www.ludosofici.com

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