Pulcilele: sfaccendato cronico e antieroe ribelle

C’è una piccola casa immersa nel buio, un teatrino di legno disegnato semplicemente, in stile cartoon inquadra tutto, storia e personaggi; sul tetto della piccola casa dorme un Pulcinella. Un lavoro, questo di Granteatro Casa di Pulcinella, che nasce per omaggiare Emanuele Luzzati quando nel 2017 trascorsero 10 anni dalla sua scomparsa. Il gruppo guidato da Paolo Comentale, che ha avuto la possibilità di mostrare Pulcilele… omaggio a Emanuele Luzzati nell’ambito della vetrina Puglia Showcase Kids 2019 all’interno del Napoli Teatro Festival si è lasciato ispirare dal lavoro di creativo dell’artista genovese allestendo uno spettacolo in cui la poesia scaturisce da un approccio leggero ma non superficiale: si comincia dalle radici della commedia, il diverbio moglie e marito. La donna accusa l’uomo di essere un perdigiorno, di pensare solo a dormire e di non cercarsi un lavoro; Pulcinella fugge dai propri obblighi per rintanarsi nel sogno: è qui che si apre una parentesi onirica, che è di fatto il cuore dello spettacolo, nella quale il protagonista, seguendo le note e i ritmi della musica di Gioacchino Rossini, si ritrova in un mondo di avventure tra principesse rapite, cavalieri malvagi, animali parlanti e surreali figure da circo. I fondali mutano con grazia mostrando cangianti cromature pastello e mettendo in mostra le differenti tecniche legate al teatro di figura: dai classici burattini fino ai pupazzi che si muovono con i manovratori a vista (oltre a Comentale l’altro burattinaio è Giacomo Dimase); una complessità del segno che rende ancor più dinamica la messinscena e rappresenta anche un ulteriore piano di decodifica per la platea. Bambini e adulti si trovano di fronte alla relazione, visibile, tra attore e pupazzo, spettatori di un mestiere antico che qui si rivela profondamente moderno, tra i colori e le forme di Emanuele Luzzati ripresi nell’idea scenografica di Bruno Soriato. Come d’altronde è contemporaneo questo piccolo Pulcinella dal naso adunco (creato da Natale Panaro come gli altri oggetti e burattini): antieroe senza orizzonte, perdente perché indolente, incapace di produrre e dunque di essere. Preferisce sognare e fuggire poi su di una barchetta in mezzo al mare, consegnando allo spettatore questo piccolo mistero. Paolo Comentale attraverso una scrittura semplice e diretta non rischia di cadere nella trappola del patetismo, non ha bisogno di giudicare moralmente: Pulcinella è sconfitto dalla vita, ma allo stesso tempo è un ribelle, la fuga in mare aperto lascia interrogativi irrisolvibili sul suo futuro, ma è essa stessa metafora anche di un tragico abbandono, in direzione contraria alla retorica delle resilienza forzata.

Andrea Pocosgnich