ASPETTANDO IL PUGLIA SHOWCASE KIDS 2019 AL NAPOLI TEATRO FESTIVAL #2

Ospitiamo su Planetarium il secondo articolo introduttivo del progetto Puglia Showcase Kids 2019 al Napoli Teatro Festival, che quest’anno, per la prima volta, apre una sezione dedicata al teatro ragazzi. Abbiamo chiesto a Scene Contemporanee un pensiero sull’importanza del teatro dedicato alle nuove generazioni. Pubblichiamo l’articolo di Andrea Zangari (http://www.scenecontemporanee.it/puglia-showcase-kids-2019-al-napoli-teatro-festival-italia-teatro-terra-bisogno-futuro/)

Puglia Showcase Kids 2019 al Napoli Teatro Festival Italia: teatro per una terra che ha bisogno di futuro

ANDREA ZANGARI

Il Napoli Teatro Festival Italia ospita per la prima volta, dal 2 al 5 luglio, una sezione dedicata al teatro ragazzi,e lo fa attraverso Puglia Showcase Kids 2019, un progetto della Regione Puglia, ideato e realizzato dal Teatro Pubblico Pugliese, finanziato nell’ambito delle FSC 2014-2020 “Interventi per la tutela e valorizzazione dei beni culturali e per la promozione del patrimonio immateriale”, Progetto Sviluppo e Internazionalizzazione della Filiera Culturale e Creativa dello Spettacolo dal Vivo – Teatro Danza.  Teatro Pubblico Pugliese sin dalla sua fondazione si impegna espressamente a promuovere, fra le altre declinazioni delle arti sceniche, il teatro ragazzi, ma sempre con uno sguardo aperto all’orizzonte nazionale e internazionale. Le quattro giornate vedranno susseguirsi tre spettacoli ogni giorno: sul palco del Teatro Nuovo e del Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale andrà in scena una selezione dei migliori lavori di teatro ragazzi prodotti in Puglia. Il programma evidenzia una selezione aperta a diversi linguaggi, includendo la danza, il teatro di figura e le riletture dei classici, per ricordarci come il teatro ragazzi non sia un’arte a sé, ma segua la multiforme potenzialità dei dispositivi teatrali tout court.

Consapevolezza che sfugge al pubblico adulto e a volte alla critica, disorientati dall’etichetta: teatro ragazzi. Due parole giustapposte con in mezzo un vuoto in cui si sovrappongono e scompaiono tutte le possibili preposizioni, altrettante virtuali limitazioni che darebbero alla formula ben più specifici orizzonti. Si potrebbero nominare infatti un teatro per ragazzi, un teatro con i ragazzi, un teatro dei ragazzi. Di ognuno intuiamo le profonde e diversissime implicazioni poetiche, produttive, politiche. Da forme di spettacolo che parlino ad un pubblico di ragazzi, a quelle che portano in scena i ragazzi, a quelle che si generano nei corpi e nelle menti dei ragazzi. Anche se, fra queste, a Napoli per Puglia Showcase Kiss 2019, vedremo naturalmente un teatro per ragazzi, le tre modalità possono anche coesistere nel singolo spettacolo. Se volessimo trovare le origini del teatro ragazzi in una storia del genere ancora intentata (almeno in Italia), dovremmo indicare nella cultura degli anni ’60-70 una svolta radicale: da forma pedagogica strettamente didascalica e moraleggiante, a performance laboratoriale, ancora condotta nelle scuole, in cui i bambini riempiono lo spazio della finzione col loro corpo e la loro immaginazione. Una modalità in cui sono i ragazzi a fare teatro. Del resto, va citata anche la tradizione del teatro di figura. Chi, da bambino, non ha mai visto uno spettacolo di burattini, nelle piazze o sul sagrato di una chiesa, o ad una festa di paese? Ma i bambini non sono i soli spettatori. Va fugato il malinteso secondo cui il teatro dei burattini sia solo un intrattenimento per bambini: è piuttosto un teatro popolare, aspetto che peraltro denuncia una delle invarianti più intriganti del teatro ragazzi: la vasta accessibilità. Un format per i più piccoli non può dimenticare gli adulti che accompagnano i bambini a teatro (se ne parlava tra le nostre pagine in una bella intervista alla compagnia Tam Teatromusica). E allora il teatro ragazzi è sempre un teatro che presuppone uno spettatore che condivide, che va mano nella mano con un altro, per il quale opera la scelta stessa dello spettacolo: scelta particolare che può diventare simbolo di quella universale del teatro tutto. Non bisognerebbe aggiungere altro per indicare la profondissima importanza politica e formativa che il teatro ragazzi può assumere (si potrebbe parlare di paideia, e non sarebbe poi così strano nella fu Parthènope, ma non ci dilungheremo).

Nonostante, o forse proprio per questa stratificazione di modelli e potenzialità, la formula teatro ragazzi lascia perplessi molti addetti del settore. Da più parti è stata sollevata l’obiezione che l’etichetta stessa nasconda un abbassamento del genere nell’ambito delle discipline sceniche: che sia quel “ragazzi” a fare di quello un teatro minore. Se questo fosse vero, ci uniremmo all’obiezione. Eppure, al contempo, “teatro ragazzi” indica, senza risolvere l’aporia della diade, un et-et, una coesistenza, una duplice polarità. La prassi scenica, da un lato, e l’alterità di una fase della vita che mette in scacco ogni schematica pedagogia, dall’altro. Bisogna ammettere che lo stesso termine “ragazzi” evoca margini anagrafici piuttosto ampi. Più preciso appare il corrispettivo inglese kids theatre: teatro per bambini, in tal caso la traduzione lascia meno spazio a disamine. Ma l’italiano, si sa, è lingua provvida di sfumature, indulgente, poetica: rompe il legame meccanicistico fra le parole e le cose, ammicca ai nessi poetici più che alle deduzioni filosofiche. Così anche teatro ragazzi è una formula imperfetta e tutto sommato generosa: contiene tutto quanto appena suggerito, e molto di più. Un di più che feconda la dimensione fiabesca, inscindibile, forse, alla narrazione rivolta al bambino, ma che, nella misura in cui l’onnipresente alterità infantile abita in ciascun di noi, parla a tutti gli spettatori. Ed è proprio nella fiaba che il bambino impara a trattare esperienzialmente con l’alterità, con il grande altro da sé che spesso assume le fattezze del mostro: allora forse il teatro ragazzi è necessario tanto di più oggi, in tempi di narrazione politico-mediatica indirizzata a rifiutare l’alterità che è lo straniero.

“Diario di un brutto anatroccolo” di Tonio De Nitto. Foto di Eliana Manca

Proprio la relazione col diverso, la ricerca di sé in relazione col mondo, l’identità come processo abiteranno spesso, in varie forme e linguaggi, la programmazione di Puglia Showcase Kids. Basta scorrere alcuni fra i titoli in cartellone (qui il programma completo): da Costellazioni. Pronti, partenza…Spazio! Di Giorgio Rossi, un viaggio dalla terra verso lo spazio interplanetario (età 4-5 anni; 2 luglio – Teatro Nuovo Napoli), al Diario di un brutto anatroccolo di Tonio De Nitto, ispirato al classico di H.C. Andersen (età da 6 anni; 2 luglio – Teatro Nuovo Napoli); da Canto la storia dell’astuto Ulisse di Flavio Albanese, a proposito di viaggi nell’ignoto, con le figure d’ombra dello scenografo Emanuele Luzzati (età: da 8 anni; 2 luglio – Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale), a Operastracci di Enzo Toma Silvia Ricciardelli, dove una montagna di stracci diventa pretesto per raccontare il corpo e l’identità che cambiano  (età da 8 anni; 3 luglio – Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale). Puglia Showcase Kids 2019 sarà anche occasione per vedere gli ultimi due premi Eolo (assegnati dall’omonima webzine che per prima si è occupata sistematicamente del teatro ragazzi): Cappuccetto Rosso secondo Michelangelo Campanale, in cui al centro della fiaba è messo il famigerato lupo (età: da 6 anni; – 4 luglio – Teatro Nuovo Napoli), e Zanna Bianca di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia, dove ancora il lupo è protagonista nella trama ispirata alla vita di Jack London(età: 4-14 anni; 4 luglio – Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale). Completano il cartellone Tutina e il cervo di e con Maristella Tanzi Francesca Giglio (riservato a 20 spettatori; età 2-5 anni; 3 luglio – Teatro Nuovo Napoli); Biancaneve, la vera storiascritto e diretto da Michelangelo Campanale (età da 6 anni: 3 luglio – Teatro Nuovo Napoli); Pulcilele… Omaggio a Emanuele Luzzatidi Paolo Comentale (età da 6 anni; 4 luglio – Teatro Nuovo); Schiaccianoci Swingdi Cosimo Severo e Stefania Marrone (età: da 5 anni; 5 luglio – Teatro Nuovo Napoli); Ahia! di Damiano Nirchio (età: da 6 anni; 5 luglio-  Teatro Nuovo Napoli); Nel castello di Barbablù prodotto da Kuziba, spettacolo di cui “Scene Contemporanee”, in collaborazione con EOLO – rivista di teatro ragazzi, recentemente parlava qui (età 7-12 anni; 5 luglio – Cortile della Carrozze di Palazzo Reale).

L’incontro fra Puglia Showcase Kids 2019 e Napoli Teatro Festival Italia sarà anche occasione per un forum d’approfondimento sul teatro ragazzi, apertamente volto ad approfondire l’importanza strategica del teatro ragazzi come motore per la crescita futura dei territori, nonché ad illustrare le politiche e le risorse da parte degli enti ministeriali e territoriali che operano a favore dello sviluppo del settore. La conferenza, dal titolo “Il Teatro per Ragazzi in Italia”, vedrà il saluto speciale in video del regista olandese Jetse Batelaan, fresco di Leone d’Argento, che si occupa da anni di teatro ragazzi e che dirige dal 2013 il Theater Artemis, fra le più floride compagnie di teatro ragazzi in Europa. Del denso programma appare forse questa una delle suggestioni più feconde: il teatro ragazzi è per definizione un’arte aperta al futuro, un tempo la cui promessa non è più scontata, specie per questo Mezzogiorno, specie nel settore teatrale. Che però oggi, fra Puglia e Campania, s’incontra per mostrarsi nella sua forma migliore.

Puglia Showcase Kids 2019 è un progetto della Regione Puglia, ideato e realizzato dal Teatro Pubblico Pugliese, finanziato nell’ambito delle FSC 2014-2020 “Interventi per la tutela e valorizzazione dei beni culturali e per la promozione del patrimonio immateriale”, Progetto Sviluppo e Internazionalizzazione della Filiera Culturale e Creativa dello Spettacolo dal Vivo – Teatro Danza.